Perché eseguire il backup dei dati di Google Cloud?

Questa è una domanda da non prendere alla leggera. Purtroppo accade spesso che tali domande siano in fondo alla lista quando si pianifica una migrazione al cloud. Al giorno d’oggi è una sorta di presupposto comune che tutto ciò che finisce nel cloud sia protetto per impostazione predefinita. Come può non esserlo? Non fa parte della soluzione “as-a-service”?

Ebbene, gli hyperscaler pubblici globali come Google garantiscono sicuramente la disponibilità e l’affidabilitàdell’infrastruttura che forniscono per realizzare e implementare applicazioni e servizi, oltre che per archiviare i dati. Tuttavia, la responsabilità di tenere al sicuro e di proteggere i dati veri e propri, inviati nel cloud da te, il cliente, è sempre tua, inclusa la questione del backup.

Matrice di responsabilità di Google

Facciamo un semplice esempio: hai alcune VM in hosting in Google Cloud Platform (GCP) come ambiente di sviluppo del tuo team. Google è responsabile di assicurarsi che queste VM siano attive e funzionanti ogni volta che ne hai bisogno per essere in linea con i tuoi SLA. Google è anche responsabile della disponibilità di queste macchine persino se si dovesse verificare una sorta di disastro naturale che stacca la spina al data center con le VM dedicate in hosting. In ogni caso simile, quando si verifica una potenziale interruzione della fornitura dei servizi di elaborazione, Google è tenuto a garantire che i servizi con cui stai lavorando siano replicati e disponibili tramite un altro data center in hosting in una regione diversa. Tuttavia, se dovesse accadere qualcosa ai dati veri e propri con cui i tuoi sviluppatori hanno lavorato, ad esempio l’eliminazione accidentale di una VM, ciò esulerebbe dalla responsabilità di Google in QUALSIASI tipo di servizio fornito (che sia IaaS, PaaS o SaaS).

E questo è solo uno degli eventuali rischi da affrontare quando i tuoi dati nella GCP non sono correttamente sottoposti a backup. Qualsiasi attività dannosa o errata configurazione delle autorizzazioni che esponga i tuoi dati con un indirizzo IP pubblico sarà, ancora una volta, al di fuori della responsabilità di Google di fornire un’infrastruttura affidabile per le tue esigenze.

Pertanto, assicurarsi di disporre di una solida strategia di backup e ripristino per i carichi di lavoro basati su cloud è ESSENZIALE ogni volta che si pianifica la migrazione a Google Cloud Platform.

Come si esegue il backup dei dati di Google Cloud?

Bene, se c’è una risposta molto semplice a questa domanda, è questa: “in modo diverso da come fai per l’on-premises”.

In genere, il primo pensiero degli utenti quando prendono in considerazione il backup di Google Cloud è di utilizzare un agente. Dopotutto, non abbiamo accesso all’hypervisor sottostante con le nostre VM in hosting e sembra che facciano bene il loro lavoro… o quasi. Non è che l’approccio basato su agenti non funzioni. Potrebbe anche avere determinati vantaggi se in alcuni casi si tratta di una vera elaborazione application-aware. Tuttavia, gli agenti non sono sempre la risposta. Non sono platform-aware, non possono sfruttare la scalabilità nativa, la sicurezza e i costrutti di storage (per i quali siamo passati al cloud), per non parlare del ripristino, che può essere un incubo da gestire.

Ci deve essere un modo migliore… Ah sì! Una soluzione nativa creata per la GCP.

Cosa cercare in una soluzione nativa su cloud?

Sta diventando chiaro che per i carichi di lavoro basati su GCP, è necessaria una soluzione di backup e ripristino nativa di Google che sia a conoscenza delle specifiche del cloud. Ancora meglio, se quella soluzione può anche proteggere e gestire i dati negli altri ambienti, perché è probabile che tu abbia in esecuzione un’infrastruttura ibrida e non pianifichi che i carichi di lavoro risiedano completamente in un cloud. Ora, come scegliere il fornitore che fa per te? O forse c’è un servizio integrato nei servizi di Google?

Naturalmente, la GCP fornisce metodi nativi per l’esecuzione di backup delle istanze di Google Compute Engine. Questi metodi consentono di creare snapshot nativi dei tuoi dati e puoi persino creare una pianificazione per l’esecuzione di snapshot regolari e poi scaricarli nei bucket di Google Cloud Storage.

Tuttavia, è comodo lavorare con tali metodi solo su scala molto ridotta o a scopo di test. Quando si eseguono ambienti di produzione più grandi, è fondamentale rispettare gli obiettivi a livello di servizio (SLO). Fare affidamento solo su script e snapshot scritti autonomamente potrebbe essere rischioso sia per la sicurezza che per la perdita di dati. Gli snapshot da soli non sono una soluzione ottimale quando è necessaria una retention più lunga e inoltre non vengono isolati automaticamente dall’ambiente di produzione.

La buona notizia è che Veeam ha stretto una partnership con Wiley per creare un’altra guida della famosa serie Dummies: “Google Cloud Backup for Dummies“. È un e-book GRATUITO che ti fornirà una comprensione più approfondita dei rischi relativi ai dati nel cloud e di ciò che è necessario per garantire che la tua infrastruttura cloud sia robusta e resiliente. Avrai accesso a una guida passo passo su come pianificare l’alta disponibilità dei dati di Google Cloud, oltre a suggerimenti pratici per creare da zero un piano di backup e ripristino nel cloud o ottimizzarne uno esistente. Infine, riceverai consigli di esperti sulla sicurezza del cloud e su come sfruttare al meglio sia gli strumenti di protezione dei dati nativi di Google sia le soluzioni di terze parti native appositamente realizzate come Veeam Backupfor Google Cloud Platform.

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